Microsoft presenta alla stampa italiana le nuove release dei suoi OS desktop e mobile. Parola d'ordine: esperienza di utilizzo, non solo software. E occhi aperti sulla concorrenza.
Una chiacchierata tutta incentrata su come si possa trasformare un sistema operativo in qualcosa di diverso. "Noi non vendiamo più software - ribadisce Fabrizio Albergati, responsabile per Microsoft Italia di Windows nel mercato consumer - Noi vendiamo un'esperienza". È questo il messaggio che da Redmond tenta di filtrare da questo lancio autunnale di Windows 7, abbinato per l'occasione anche alla release 6.5 di Windows Mobile che arriverà sul mercato con qualche giorno di anticipo rispetto al fratello maggiore.
Non ci sono novità eclatanti da raccontare: di Seven, e anche di Windows Mobile, si è detto ormai quasi tutto. Interfacce nuove, qualche passo in avanti verso la maggiore usabilità anche per il pubblico meno pratico di tecnologia. Un po' come accaduto con Snow Leopard e Leopard (sponda Apple), Seven è un'evoluzione piuttosto che una rivoluzione rispetto a Vista: migliorata la sicurezza, le utility di sistema, le prestazioni. Albergati aggiunge che forse, da quando si rammenti, si tratta del primo OS che non necessita di nuovo hardware per girare: quanto c'è in circolazione oggi, sul tavolo ci sono netbook e laptop di dimensioni e prestazioni crescenti e anche non recentissimi, dovrebbe bastare e avanzare.
A cambiare soprattutto, ci dicono, è stata la filosofia di sviluppo dell'intero sistema operativo: ascolto per le segnalazioni e le richieste degli utenti, approccio progressivo alle feature disponibili nelle diverse versioni con sempre maggiore attenzione alla multimedialità. Tra le altre spicca Device Stage: è una delle poche novità non ancora svelate del tutto, un tool integrato nel sistema che consente la conversione di formato "al volo" per i file multimediali mentre vengono spostati tra diversi dispositivi. Codec e risoluzione vengono adeguate per abbinarsi alle caratteristiche specifiche dell'apparecchio, mobile o fisso, che si decide di utilizzare.
Sono essenzialmente due i tasti battuti e ribattuti: sicurezza, e l'uscita di Security Essentials in questi giorni è un tassello del mosaico, e multimedialità. Nel primo filone si inseriscono ad esempio BitLocker (ora anche per dispositivi mobili, come preannunciato) e una gestione più efficace dei backup (anche incrementali, come la Time Machine di Mac OSX). Nel secondo ricadono novità come quella di Device Stage, che si uniscono a quelle mostrate al CES in materia di gestione dei contenuti multimediali su più computer e più schermi in casa.
Trattandosi di una presentazione dedicata al mondo consumer, non potevano mancare un paio di domande sull'argomento che ha tenuto banco durante l'estate: Internet Explorer e la sua inclusione nel sistema operativo, in relazione alla vicenda antitrust europea. L'ultimo episodio della saga lascia intendere che IE ci sarà a bordo, anche per garantire la possibilità di navigare alla prima accensione, e tramite il browser di casa sarà possibile accedere al primo avvio all'ormai famoso "ballot screen", che consentirà di scegliere il proprio software di navigazione preferito e predefinito.
Impossibile fare a meno di Explorer, spiega Albergati a Punto Informatico: la tecnologia su cui si basa il file manager di Windows resta la stessa con cui si esplora il World Wide Web, ma è possibile eliminare le estensioni Internet, per così dire, rimuovendo IE (riaffiora la storica distinzione tra explorer.exe e iexplorer.exe?). Mistero fitto invece permane sul ballot screen vero e proprio: la parola fine alla vicenda arriverà solo il 22 di ottobre, data di rilascio di Seven, e non è ancora chiaro, viste le discussioni in corso, se riuscirà a mettere fine anche alle polemiche che hanno fatto da contorno alla vicenda.
Sul piatto resta il solito problema della contrapposizione tra le filosofie open e closed: se per Microsoft resta importante, ci confermano, garantire "apertura" alla concorrenza (il caso di Sony che monta un browser alternativo sui proprio computer viene citato ad esempio), episodi come quello di Google Chrome Frame costituiscono un'incrinatura nell'esperienza che da Redmond tentano di garantire. Nel caso specifico Chrome viene ritenuto meno sicuro di IE8 sotto alcuni punti di vista, e dunque gli sforzi intrapresi da Microsoft assieme agli OEM per tentare di migliorare e ottimizzare le prestazioni di Windows su tutti i prodotti potrebbero venire vanificati da taluni compromessi.
Fonte: punto-informatico.it
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